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Non e’ la fine di questo mondo : strategie per uscire dalla depressione e dal vuoto mentre si cresce

L’ansia e la depressione sono sempre più diffuse tra i giovani , come altre forme di disagio quali i disturbi alimentari e l’autolesionismo . Il suicidio giovanile rappresenta l’ultima richiesta di aiuto.

Ma e’ importante tenere in considerazione che non e’ solo questo :quello che si osserva nei pazienti con idee suicidarie e’ che presentano una eccessiva sensibilità ai segnali di insuccesso e fallimento , tendendo a sovrageneralizzarli fino al punto di farli diventare delle pietre miliari dei loro schemi di pensiero.

”Sentirsi in trappola “

E’ evidente che le manifestazioni di disagio rappresentano dei tentativi per riuscire a gestire il dolore, il conflitto interno o lo stress, e quando sembrano non esserci vie di uscita la fuga attraverso il suicidio appare come l’ unica via percorribile per non soffrire più e allontanare la disperazione.

Probabilmente viene  vissuta  ancora come una strada, una via, non la soluzione definitiva,  perché una parte di sé può sentire di avere un controllo sulla propria vita proprio  attraverso questa azione estrema e infatti,  ad un livello profondo,  il suo gesto esprime il desiderio di avere più vita.

Speranza che si infrange contro la probabilità che arrivati a  quel punto,  non solo si è mossi e governati dalla propria impulsività, ma che una parte della propria vita emotiva è stata tagliata fuori dal resto della coscienza.

Inoltre la propensione al rischio  tipica dei giovani e una relativa disattivazione di alcune aree del cervello  (dai 12 ai 24 anni ) che pianificano le azioni e ne valutano le conseguenze, aumenta la possibilità di una azione suicidaria .

Dopo essersi sentiti sopraffatti dalle proprie emozioni, nel periodo precedente all’ azione suicidaria,  si manifesta una freddezza senza affetti,  insolita, come se tutto all’improvviso fosse ritornato a posto, sistemato: si è completamente anestetizzati dalle sensazioni.

Sembra che non sia possibile più nessuno che possa venire  in soccorso, che possa liberare da questo sentimento di oppressione e disperazione.

“Sono un peso per gli altri”

Ma oltre all’ assenza di speranza e’ presente anche un ‘ incapacita a regolare le proprie emozioni . Per esempio notare come la perdita di sonno rende incapaci di stare calmi e di prendere decisioni puo’ già essere un  passo avanti .

Quali strategie possono essere di aiuto ?

• Sviluppare un certo grado di accettazione e di empatia per se stessi “ Ho molta paura di quello che sta accadendo .Faccio qualche respiro e posso calmarmi . Va bene provare questa sensazione “ senza giudicarsi .

• Prestare cura  alle piccole cose della vita quotidiana , concentrandosi su una cosa per volta , senza fretta : cosa mangio , quante ore di sonno dormo (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21300408),  mi prendo cura del mio corpo .

• Coltivare un senso di appartenenza  trovando      un luogo ( reale , immaginario ) in  cui mi sento al sicuro .

• Sostenere la riflessione sulla realtà focalizzando l’ attenzione sul qui e ora , evitando di scivolare nel pensiero astratto , generalizzante che tende al rimuginino e alla categorizzazione ( “ il mondo fa schifo , non c’ e’ nessuno che mi può aiutare “  e’ diverso dal dire “ MIO padre non mi capisce , QUELLA Specifica MIA amica mi fa stare male “ )

Oltre alle caratteristiche di personalità individuale ci sono aspetto relazionali, ambientali .  Si possono influire le condizioni emotiva di una  persona che vive una situazione di fragilità o di depressione ?

Un ambiente si definisce tossico da un punto di vista psicologico quando il clima emotivo di un contesto di vita  è trascurante, anaffettivo  oppure critico e ipergiudicante : le esperienze  emotive che si assorbono possono diventare tossiche come  si respirano delle sostanze velenose e il nostro corpo/mente  cercherà di rigettarle come può prima di farsi sopraffare.

Queste esperienze si cristallizzano dentro schemi  o modelli mentali che condizionano   le relazioni e la vita presente. (https://www.psicologimagenta.it/suicidio-giovanile-e-cyberbullismo/)

Ogni ambiente può diventare,  in alcune circostanze, tossico:

  • A scuola professori che tendono a minimizzare  comportamenti offensivi  o denigratori compiuti da ragazzi su altri loro compagni  banalizzandoli con frasi del tipo “ sono cose da ragazzi  “, “l’abbiamo fatto tutti alla loro età “.
  • L’adulto che fa finta di niente e si volta dall’altra di fronte a malversazioni  o  infierisce sul ragazzo vulnerabile attraverso commenti negativi , o prendendolo  in giro .
  • Genitori che tendono ad essere ipercritici, pronti ad indagare e a punire ma non ad ascoltare , oppure sono distratti dai loro problemi , occupati da altro .
  • In famiglia e negli altri contesti di vita del ragazzo vengono sollecitati comportamenti competitivi e  si da risalto a chi è migliore degli altri, operando spesso un confronto e  valorizzando implicitamente comportamenti spavaldi e aggressivi (rinforzandoli con attribuzioni positive :“ha carattere il ragazzo/a “ ).
  • Nel gruppo dei pari viene premiata l’apparenza e prevale un ‘atteggiamento da falso sé : si dà credito alle voci,  alle chiacchere che vengono usate per squalificare l’immagine di una persona e la sua reputazione.
  • Non si da peso ai traumi che i ragazzi possono aver vissuto ( abusi sessuali, maltrattamenti, aggressioni fisiche, incidenti, lutti,  malversazioni  o un’ostracismo costante e ripetuto nel tempo )

Come si può prevenire la tossicità di un ambiente relazionale ?

  • Fornire la possibilità di spazi di ascolto , non giudicanti , meglio ancora non interpretativi : a volte il silenzio  e l’accoglienza fanno molto di più delle  parole .
  • Favorire il contatto con il corpo attraverso  tutte le attività che coinvolgono il fisico, possibilmente  nella dimensione non agonistica( Danza, Pilates, Body –mind centering, Rolfing, Fieldenkrais ) per   non farsi trascinare da pensieri giudicanti , negativi, ossessivi.
  • Accedere a pratiche ( Mindfulness ,https://www.psicologimagenta.it/la-mindfulness-per-i-bambini-e-i-ragazzi-un-semeunisolauna-stella/, Yoga e altre pratiche di meditazione ) che aiutano a incrementare le capacità di stare nel presente, per evitare di vivere nel passato ( ripetendo vecchi schemi e modelli invalidanti )   e mantenersi aperti  alle novità delle esperienze.
  • Aiutare i ragazzi a prendersi cura nella loro vita quotidiana delle loro azioni riguardanti il sonno, l’alimentazione e di come passano il tempo libero.
  • Trasmettere che quello che veramente conta è il processo e non il risultato finale  può essere rilassante e favorire lo sviluppo di una consapevolezza  che apprezza  i fallimenti e gli insuccessi come momenti passeggeri e accetta  i propri  tempi e ritmi personali senza doversi adeguare a quelli degli altri : ” la vita non finisce con le scuole medie o le superiori “.

Tutto cio’ puo’ aiutare  i ragazzi a sentirsi accolti in un senso concreto, non astratto e favorire un senso di appartenenza che puo’ ridare spazio al futuro .(https://www.psicologimagenta.it/il-tempo-adolescente/).

Una visione integrata della psicoterapia che include gli ultimi studi nel campo delle Neuroscienze, della psicologia animale e delle ricerche sui traumi, e in particolare la psicoterapia senso motoria,  cerca di integrare creativamente  queste funzioni  ( con  particolare  attenzione ai traumi  e all’ attaccamento dell’eta’ evolutiva ) per sviluppare competenze che aiutino a diminuire le ansie, ad affrontare il vuoto della depressione e  superare la solitudine.

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