La separazione dal partner è vissuta come qualcosa di equivalente al morire, e come il morire, è innimaginabile. Quando accade si sente di crollare , di stare sprofondando e il mondo perde di significato.
Quella sensazione di morte è l’amore finito della persona che abbiamo lasciato, l’amore ormai spento.
Fare finta di niente e gettarsi di avventura in avventura o all’opposto chiudersi a riccio in se stessi possono sembrare delle buone mosse , ma, alla lunga queste strategie di difesa per evitare il dolore chiedono il conto .
Il prezzo in termini psichici può essere vario e può comportare maggiore sofferenza : disturbi psicosomatici , rapidi cambiamenti di umore, scoppi di rabbia incontrollata, sentimenti di inutilità. L’alternativa che la cura psicoanalitica propone è quella di lasciare che il cuore si espanda e la sofferenza (almeno per un breve periodo) si dilati per essere trasformati e imparare gradualmente che si è capaci ancora di aver fiducia negli altri di innamorarsi, amare, di fare altre esperienze e stabilire nuove relazioni affettive .
Questo passaggio può durare del tempo e implica attraversare campi psichici abbandonati e stagnanti , il tempo necessario per scoprire fonti di energia mentale ed emotiva nascoste e non utilizzate, ma “potenzialmente” presenti in noi da sempre.
La separazione dall’amante è vissuta in modi diversi secondo l’età , quando si è adolescenti i due partner sono impegnati soprattutto a scoprire il proprio corpo e quello dell’altro e a esplorare le dinamiche sessuali, quindi la separazione viene vissuta in particolare come una mancanza quasi fisica , come la perdita di un corpo con cui si è stati uniti e si sono provate esperienze di fusionalità e di esclusività .
Quando la separazione avviene nella prima parte dell’età adulta , tra i 20 e i 30 anni la differenza è rilevante , in questo caso entra in gioco la consapevolezza di mettere in discussione un modo di stare insieme all’altro, ma anche il fare i conti con i propri ideali di coppia e la rinuncia sia all’amore ipersentimentalizzato che a forme di rapporto che sono l’espressione diretta o reattiva alla propria famiglia di origine.
In entrambi i casi il dolore richiama delle ferite narcisistiche profonde che hanno bisogno di essere comprese ed esplorate fino in fondo per dare di nuovo senso alla propria vita affettiva.
Introduzione al discorso pubblico svolto in Biblioteca Comunale di Magenta il 18 maggio 2013 Quando si parla di questioni che riguardano i bambini ci si trova in una situazione che definirei un pò imbarazzante a stare seduti dietro ad un tavolo , verrebbe da mettersi per terra togliersi i calzini e di sporcarsi le dita per poter pasticciare ..
A cosa serve un libro senza figure e senza filastrocche? pensava Alice in apertura del famoso libro, lei è seduta accanto alla sorella maggiore immersa nella lettura di un libro con tante parole.
Raccontare per figure, quindi oggi, si parla di storie e di figure, non di immagini, se prendiamo il dizionario cogliamo subito la differenza: mentre immagine fa riferimento al primato della vista, del visivo per figura si intende sia l’aspetto esteriore sia qualcosa che non rispecchia la percezione, ma indirizza ad una descrizione e si riferisce ad un senso, quindi siamo sul piano delle interpretazioni e delle emozioni.
Nell’epoca del trionfo delle immagini ( di tv e tablet etc.) le figure che accompagnano il testo sono immagini che non sono un supplemento, un’aggiunta decorativa al testo ma qualcosa che ha un suo senso e un codice suo specifico.
Arnheim, un famoso psicologo dell’arte e della forma racconta di una scultura esposta in un museo visitato da una classe “ che cos’è “ chiedono i ragazzini , la maestra si avvicina all’opera guarda il cartellino e legge “dono di Oscar Verlinsky e della sua signora”, gli scolari soddisfatti passano all’oggetto successivo .
Le immagini richiedono la nostra attenzione , uno sguardo lungo e attento , non una ricerca immediata e ansiosa di indicazioni verbali, infatti si parla di leggere le immagini, è una capacità che va appresa ed è ugualmente importante e primaria come la facoltà di leggere i testi.
Una recente ricerca ha dimostrato come la capacità di leggere le immagini non nasce solo intuitivamente , come un gesto spontaneo che si genera dal di dentro facendo leva sulle nostre emozioni, ma è anche qualcosa che va coltivato e che deriva da una pratica di sensibilizzazione, di educazione al gusto vissuta fin dalla infanzia nell’ambiente protetto della famiglia e della scuola e che si sviluppa con l’essere immersi in un esperienza culturale.
Il rapporto tra immagini e testo non è una relazione semplice, si influenzano reciprocamente , dialogano tra loro interpenetrandosi, fertilizzandosi a vicenda generando combinazioni simmetriche o ironiche e contraddittorie Si va dai libri senza testo (e libri gioco, di cui in Italia abbiamo una grande tradizione legata alla casa editrice La Coccinella) agli albi enciclopedici alla Scarry dove ad ogni immagine corrisponde una parola.
È importante che il rapporto tra testo e immagini sia libero cosi come il rapporto tra libro e piccolo lettore, oggi sta prendendo piede la tendenza che per ogni problema ci sia un libro adatto , per il bambino con problemi di sonno c’è quel libro , per il bambino che a che fare con il lutto c’è quest’altro libro che parla proprio di quello , sono il libri a tema, anche i cataloghi spesso sono organizzati in questo modo per ogni libro ci sono suggerimento anche per come leggerlo, lettura animata , lettura a più voci, è inutile dire che cosi è un po’ come non dare fiducia ai bambini e ai libri di scegliersi di conoscersi e di farsi scegliere dai libri
Ad esempio un bambino che seguivo con genitori separati e padre che per lavoro era spesso lontano e fuori dall’Italia, prendeva sempre in mano l’atlante e libri sulla terra e le mappe con quei libri leggendoli insieme stava cercando di dare un senso a quello che stava vivendo dentro di sé , e non sarebbe stato lo stesso se gliel’avessi proposto io, l’incontro deve essere libero, fortuito anche se a posteriori sembra inscritto nel senso della necessità, una bambina con un ritardo dello sviluppo e una grande paura di crescere prendeva sempre in mano Il libro che contiene le prime storie di Babar e si fermava regolarmente alle prime pagine di fronte all’immagine della mamma di Babar che muore (questa immagine è importante perché è una scena drammatica che ha delle caratteristiche archetipiche verrà ripresa più volte dalle narrazioni rivolta ai bambini , da Bambi al re Leone ), ma di nuovo ogni volta andava a riprendere dagli scaffali proprio quel libro.
Ma che relazione c’è tra il campo della psiche e gli albi illustrati?
L’organizzazione interna dell’albo illustrato può svolgere ( come altri medium espressivi e narrativi: la fiaba , etc..) la funzione di mediazione psichica, permette infatti di collegare , far dialogare il nostro mondo interno con la realtà e parti della nostra interiorità tra loro.
Infatti il libro illustrato mette in figura , rappresenta figurativamente i moti dell’animo e dei pensieri in una condizione nella quale l’eccitazione dei bambini può essere contenuta attraverso il collegamento tra immagini e parole e la relazione intima che si produce tra adulto e bambino per mezzo dell’esperienza condivisa della lettura ( anche silenziosa).
Quindi per riassumere l’albo illustrato mette in scena , drammatizza e contiene in una modalità di gioco la “struttura di legame dentro di noi e tra noi e gli altri” ( R. Kaes).
Offre uno spazio transizionale , e infine, opera una trasmissione tra le generazioni e le culture e piano piano approfondiremo questi aspetti…
Ma il legame fondamentale tra l’esperienza della terapia con i bambini e l’albo illustrato è soprattutto quello legata alla dimensione temporale, in un contesto di interventi che commercializzano la durata breve, interventi tecnici e rapidi , restituisce valore al tempo , al tempo della vita e alla lentezza.
E infine l’albo illustrato come la psicoterapia è un apertura , un apertura al mondo che ci mostra la sua complessità e la necessità di ampliare i nostri punti di vista per poterlo meglio comprendere .
Noi parleremo di albi illustrati cioè di picture –book diversamente dai libri illustrati dove il testo è già preesistente , qua il significato della storia è trasmesso con l’interazione tra testo e immagini , c’è un continuo gioco di rimandi e richiami, di rimpalli.
Ora vi chiedo qual è il ricordo più antico legato ad un libro ?, questo esercizio di memoria ci consentirà di osservare come ogni esperienza di lettura non è solo un attività visiva ma è composta da diverse sensazioni (non solo visive , tattili, etc.) connesse tra loro, c’è poi una dimensione relazionale e affettiva , c’è un luogo e un tempo…….. ( continua )