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Davanti allo sguardo dei cani

Per diversi anni ho avuto la fortuna di condividere del tempo con una cagnetta di nome Bianca, un meticcio mischiato con un Maremmano. Una cagnetta dolce e  fedele.

Bianca sarebbe dovuta andare in un canile. La prima volta che la vidi camminava con il muso rivolto a terra e il colore del pelo tendeva al giallastro , quando alzò il muso mi apparvero due occhi tristi e sottili segnati da una linea scura discendente.

Quando dormiva aveva sempre gli occhi leggermente socchiusi, non si addormentava mai completamente, pronta a scattare in avanti con il muso e ad abbaiare se veniva per caso disturbata nel sonno. Spesso aveva degli incubi .

I cani toccano le  corde più profonde della nostra sensibilità,  mostrano una parte di noi stessi e ci interrogano sulla capacità o incapacità di convivere con la sostanza del nostro essere, il linguaggio universale delle emozioni e dei sentimenti che risuona in tutti i livelli del sitema vivente.

Hanno una percezione immediata delle cose , senza la mediazione della ragione o dell’intelletto, e reagiscono in  maniera istintiva . Questo aspetto comporta che il loro comportamento venga giudicato  di frequente avventato o sregolato.

Ma , come sappiamo , questa percezione istintiva delle cose permette  ai cani di avere una visione più  chiara e lucida della realtà perché sono in grado di  rimanere in contatto in maniera più diretta e piena con le sensazioni e con la natura.

Infatti di solito , la presunzione di superiorità degli esseri umani  risiede nel possesso della coscienza in quanto capacità di autoriflessione, di cui gli animali sarebbero privi.

Ma,  se osserviamo meglio,  questo pregiudizio si basa sull’idea errata che la conoscenza di  o su  ( sostenuta da tutto il nostro sapere :le  ideologie, cosmologie, teologie , etc,) sia superiore rispetto alla conoscenza con , una conoscenza immediata, istintiva ed emotiva,una conoscenza in cui non c’è distanza o differenza tra il soggetto e l’oggetto, perché tutti e due fanno parte della stessa realtà concreta, le cose  così come sono senza bisogno di  metafore  che le  rappresentino.

Tra tutti gli animali  i cani sono quelli più umanizzati e  il  loro posizionarsi  sulla soglia tra l’umano e l’animalità ci permette di imparare ciò che  sfugge ad uno sguardo superficiale perché troppo  veloce o troppo razionale .

Attraverso la sensibilità possiamo essere in grado di cogliere la grazia che ci circonda , la luminosità che appartiene al mondo indipendentemente dagli abbellimenti che ne facciamo attraverso le storie e le immagini di cui abbiamo bisogno di nutrirci  quotidianamente e la connessione che lega tutti gli esseri viventi. Avvicinarsi allo sguardo e al  sentire dei cani o degli altri animali significa perciò   togliere, e allo stesso tempo  aggiungere, qualcosa a come noi vediamo abitualmente la realtà. Togliere le sovrastrutture mentali e aggiungere qualcosa di corporeo, più semplice e meno mediato.

E’ interessante trovare quanti punti di contatto esistano tra il comportamento naturale dei cani e le qualità  evidenziate dalle religioni e dalle pratiche di consapevolezza.

Si obietta spesso che i cani, come gli altri mammiferi, non condividono con noi esseri umani, l’etica , l’estetica , la dimensione dell’esserci,  ma, nonostante questo, partecipano di quel sentimento del sacro che  trascende le precedenti dimensioni  e che  permette di entrare in sintonia con la profondità e lo spazio dell’ anima.  Di cani d’altra parte sono pieni i miti che la cultura ha inventato e  sogni che accompagnano le nostre notti.

Che cosa  Bianca mi ha permesso di rivedere con maggiore risalto senza verbalizzazioni e attribuzioni di senso :

– Quando si cambia improvvisamente e drasticamente  ambiente di vita, come nel caso delle adozioni, si manifestano diversi sintomi di malessere: incubi, tristezza e affaticamento, c’è bisogno di tempo per superare la sfiducia negli altri affrontando il terrore di essere di nuovo lasciati soli. E  l’aiuto  di  un ambiente accogliente che fa sentire di nuovo a casa , sicuri e protetti è fondamentale.

– Se vuoi alleviare la sofferenza di una persona non servono tante parole, si può semplicemente  stargli vicino, in silenzio.

– Quando  incontri una persona  felice può essere davvero piacevole  partecipare alla sua  gioia , lasciandosi trasportare dagli abbracci, dalle risa,  dalla danza cioè  “saltando e scodinzolando a 360 gradi “.

– C’è un momento, con  un amico  in crisi o una persona  in difficoltà, in cui è necessario  fare  branco ( non nel senso di indifferenziazione ) ululando come lupi, perché no, impegnandosi in una lotta comune contro la disgregazione e la disperazione, con coraggio e  a denti stretti, per andare avanti  uniti.

– Davanti ad un essere  ferito,  consolare,” leccare le ferite”, pulire la zona colpita, far sentire la  tua presenza , una presenza morbida e calda, viene prima di tante parole e azioni, poi il resto verrà naturalmente  di conseguenza.

È cosi che i cani e tante altre creature (gatti, pappagalli, corvi, cavalli, oche, maiali, tanto per fare qualche esempio), se ci concediamo la pazienza di osservarli con attenzione,  ci mostrano ogni giorno, insieme alla  fedeltà che donano e alla spontaneità dei loro movimenti,  in quale modo  si può  essere vulnerabili , affidarsi all’altro, esporre le fragilità senza la  paura del  giudizio e dell’ imprevedibilità della vita.

Grazie, Bianca.